Lunedì, 08 Marzo 2021 12:57

8 marzo Giornata Internazionale della Donna: la Croce Rossa celebra con entusiasmo la figura della volontaria

A Parma la CRI è tinta di rosa: la maggioranza sono donne. Nessuna distinzione: uguali diritti e doveri per entrambi i sessi, le volontarie ne sono l’esempio

L'8 marzo è noto per essere la Festa della donna. In realtà parlare di festa è improprio: questa giornata è infatti dedicata al ricordo e alla riflessione sulle conquiste politiche, sociali, economiche delle donne, dunque è più corretto parlare di Giornata Internazionale della Donna.

All'interno della Croce Rossa, la figura della donna ha sempre avuto una rilevante importanza. Basti pensare alle Infermiere Volontarie, componente tutta al femminile, che in tempo di pace e in tempo di guerra si batte per il benessere sanitario delle persone, dando un contributo fondamentale alla tutela dei Diritti Umani. La nascita (nel lontano 1908) e il ruolo delle Infermiere Volontarie di fatto costituisce una delle primissime forme di emancipazione, attraverso la quale le donne avevano la possibilità di uscire dai limiti imposti delle mura domestiche. Ma non solo. Croce Rossa annovera fin dalla sua fondazione le ‘Dame volontarie’ che in seguito divennero le ‘dame infermiere’. Oggi, all'interno dell'Associazione di Croce Rossa Italiana non esistono attività precluse alle Volontarie, che animano e sostengono i servizi ai cittadini a 360 gradi, partecipano a missioni internazionali e spesso occupano ruoli di leadership all'interno dei Comitati.

Il Presidente CRI Parma Giuseppe Zammarchi sottolinea come le donne siano sempre state parte integrante dell’Associazione: “La Croce Rossa nasce anche grazie all’azione delle donne di Castiglione delle Stiviere, che nel giugno del 1859 non esitarono a scendere in campo in prima persona assieme ad Henry Dunant con bende improvvisate e brocche d'acqua, prodigandosi nel dare sollievo agli innumerevoli feriti. Già questo dovrebbe farci riflettere, mentre la maggior parte delle persone erano impegnate ad "odiarsi", loro non esitarono a portare aiuto a chiunque, indipendentemente dalla loro ‘bandiera’, un'azione che si sostanzia nel motto e grido ‘Tutti Fratelli!’. Non è sbagliato dire che furono loro le prime donne di Croce Rossa.
Hanno svolto un ruolo fondamentale nella nostra storia, costellata di importanti iniziative ideate e sostenute proprio dalle donne della Croce Rossa, presenti anche laddove la Società e le stesse Istituzioni talvolta non riuscivano pienamente ad intervenire. Ed anche oggi sono imprescindibili nella nostra Associazione, in tutti i campi. Dalle ambulanze al sociale, dalla Protezione Civile al Diritto Internazionale Umanitario, ovunque ci sia il nostro intervento, il lavoro delle volontarie e dei volontari di Croce Rossa svolto in totale rispetto ed armonia contribuisce alla lotta contro le discriminazioni, purtroppo ancora oggi molto diffuse. È nostro compito impegnarci ogni giorno per la diffusione della cultura del rispetto di genere, oltre che monitorare le esigenze del territorio in cui viviamo.

Come Presidente di Croce Rossa Parma voglio esprimere il mio ringraziamento a tutte le volontarie e dipendenti del Comitato che giornalmente dedicano sé stesse all'aiuto per il prossimo”.

A PARMA – A Parma infatti vincono le donne. Sul totale di 808 tra volontari e dipendenti, sono 447 le donne, rispetto ai 361 uomini. Se consideriamo anche le sedi distaccate di Monchio e Berceto (parte integrante del Comitato di Parma) il dato è incredibile: la somma è di 543 donne e 543 uomini. Totale uguaglianza. Ma non solo nei numeri. Donne e uomini svolgono gli stessi incarichi e l’impegno dimostrato da tutti i volontari non ha distinzioni di genere, come dimostrano le testimonianze di Rebecca, Barbara e Raffaella.

RebeccaREBECCA - “Mi chiamo Rebecca, ho 22 anni e sono in Croce Rossa da circa due. Sono una studentessa universitaria e sono una volontaria che sta ancora costruendo il suo futuro in CRI, al momento sto seguendo il corso TSSA per aiutare anche nelle emergenze. Ho deciso di diventare volontaria perché volevo vivere un’esperienza di aiuto alla comunità insieme alle mie amiche, non solo in ambito emergenziale. Mi è piaciuta fin da subito la CRI. Mi propongo in una marea di servizi: sociali, aeroporto e trasporto utenti portatori di handicap. Amo fare tutto: non c’è qualcosa che preferisco. Mi è piaciuto molto il servizio di compagnia agli anziani presso la Casa di Riposo Padre Lino: sentire le storie di vita degli ospiti è davvero emozionante. Essere volontaria in Croce Rossa è un’esperienza che arricchisce, ti fa crescere e ti insegna molte cose utili. Entri in una grande famiglia, che ti accoglie con calore in questo percorso e, tra le tante cose che si possono fare, si trova sicuro quella che piace di più. Ed essendo in famiglia, non ci sono discriminazioni.”

barbaraBARBARA “Mi chiamo Barbara, ho 51 anni e sono soccorritore TSSA – MSA. Lavoro alla Caritas Children Onlus (sostegno a distanza). Il mio ingresso in CRI è avvenuto nel lontano 1995. La mia più cara amica Federica, mi convinse a partecipare al corso a Sorbolo e per me è stata una sfida, non avrei mai pensato di farcela... e invece eccomi ancora qui dopo 26 anni. Con la mia perseveranza e voglia di donare agli altri ho vinto la sfida! Negli anni ho vissuto tanti cambiamenti (ispettorati, volontari, attività). Io mi sono sempre dedicata ad attività di emergenza/urgenza. Da quasi 15 anni sono responsabile dei turni automedica notturna. Ultimamente ho vissuto la più terribile esperienza di emergenza/urgenza: il Covid19. Ho condiviso le ansie e le paure dei malati, con i quali potevi interagire solo guardandoli negli occhi... un’esperienza terribile e soprattutto qualcosa che potevi combattere solo con parole di conforto. Perché entrare in Croce Rossa? Oltre ad un arricchimento personale, entri in una famiglia. Ci si rende utili e si dà una mano a chi ha bisogno. Per chi ha tempo da donare, credo sia la più bella delle esperienze! Per chi vuole regalare un sorriso, la CRI è la strada e la scelta giusta!
Un’esperienza significativa? Il Trasporto Sanitario Obbligatorio di una ragazza di 15 anni, voleva farla finita. Ho deciso di provare a parlare con lei e, inaspettatamente, si è convinta ad andare in cura ed ora è una donna di 28 anni felice di vivere! Ogni tanto ci sentiamo ancora.

RaffaellaRAFFAELA – “Mi chiamo Rafaella, sono una Operatrice Socio Sanitaria di Onco-ematologia Pediatrica, ho 49 anni e faccio parte del corpo delle Infermiere Volontarie da sei anni, oltre ad essere entrata nel gruppo degli Operari del Sorriso. Ho svolto diversi corsi e sono anche autista per le emergenze. Inoltre, sono referente media regionale delle Infermiere Volontarie: mi occupo di raccogliere fotografie e scrivere ciò le infermiere svolgono in regione. Come ho deciso di diventare volontaria? Non credo che sia una cosa che una persona decide: ci si sente da tutta la vita qualcosa dentro.
Un piccolo aneddoto che strappa un sorriso: ho soccorso in abito da sposa una signora caduta in bicicletta. Ognuno nel suo piccolo può costruire qualcosa di veramente grande.

 

Come queste ce ne sarebbero tantissime altre, di storie, di aneddoti, di esperienze più o meno grandi che ogni giorno animano la vita delle nostre Volontarie. A loro, non solo oggi, vogliamo dire GRAZIE.

cri

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