Nella prima metà del secolo scorso, in Europa, prima che venisse adottato l’emblema della Croce Rossa, ciascun servizio sanitario delle forze armate era contraddistinto da un proprio segno distintivo. L’Austria, ad esempio, usava una bandiera bianca, la Francia un drappo rosso e la Spagna un drappo giallo; altri Stati usavano, invece, contraddistinguere i propri servizi sanitari esponendo una bandiera nera, colore che, come noto, rappresenta per i paesi occidentali un segno di lutto. Inoltre, i carri usati per trasportare i feriti non presentavano segni particolari che li distinguessero dagli altri veicoli delle forze armate, né tanto meno era possibile identificare a distanza i membri dei servizi sanitari.
È facile immaginare quali tragiche conseguenze potessero verificarsi in seguito a questa situazione di confusione: se i soldati erano appena in grado di riconoscere le proprie ambulanze militari, tanto meno erano in grado di distinguere quelle nemiche. Medici ed infermieri erano esposti ad attacchi quanto gli stessi combattenti. Come conseguenza di ciò, non solo questi simboli non conferivano protezione da un punto di vista giuridico e normativo, ma fungevano spesso da obiettivo per i militari che non ne conoscevano il significato. Sostanzialmente, il problema costituito dall'esistenza di una pluralità di segni e simboli consisteva nel fatto che questi segni e simboli non erano né riconosciuti né protetti.
L’idea che portò all'adozione dell’emblema di Croce Rossa nasceva dalla necessità di conferire uno status neutrale a coloro che soccorrevano i feriti, assicurando in questo modo la loro protezione sui campi di battaglia. Ma la neutralità implicava la scelta di un unico emblema. Il problema era, dunque, nel decidere quale disegno dovesse avere questo emblema per essere utilizzato dal personale medico sui campi di battaglia. Per diverso tempo, si considerò un bracciale bianco quale unica alternativa. Tuttavia, il colore bianco veniva già utilizzato durante i conflitti, bianche infatti erano le bandiere portate dai soldati che si arrendevano.
È facile immaginare quali tragiche conseguenze potessero verificarsi in seguito a questa situazione di confusione: se i soldati erano appena in grado di riconoscere le proprie ambulanze militari, tanto meno erano in grado di distinguere quelle nemiche. Medici ed infermieri erano esposti ad attacchi quanto gli stessi combattenti. Come conseguenza di ciò, non solo questi simboli non conferivano protezione da un punto di vista giuridico e normativo, ma fungevano spesso da obiettivo per i militari che non ne conoscevano il significato. Sostanzialmente, il problema costituito dall'esistenza di una pluralità di segni e simboli consisteva nel fatto che questi segni e simboli non erano né riconosciuti né protetti.
L’idea che portò all'adozione dell’emblema di Croce Rossa nasceva dalla necessità di conferire uno status neutrale a coloro che soccorrevano i feriti, assicurando in questo modo la loro protezione sui campi di battaglia. Ma la neutralità implicava la scelta di un unico emblema. Il problema era, dunque, nel decidere quale disegno dovesse avere questo emblema per essere utilizzato dal personale medico sui campi di battaglia. Per diverso tempo, si considerò un bracciale bianco quale unica alternativa. Tuttavia, il colore bianco veniva già utilizzato durante i conflitti, bianche infatti erano le bandiere portate dai soldati che si arrendevano.
Nel 1863, i delegati del Comitato Internazionale di Soccorso ai militari feriti - il futuro Comitato Internazionale della Croce Rossa - scelsero, in omaggio alla Svizzera, una croce rossa su fondo bianco, ottenuta invertendo i colori della bandiera della Confederazione elvetica. Un simbolo semplice, universale, facilmente riconoscibile a distanza e conosciuto a tutti. Queste furono le vere ragioni che fanno oggi capire come non vi fosse alcuna volontà di dare all'emblema della croce rossa una connotazione religiosa e, d’altro canto, il problema non era neppure stato considerato dagli Stati partecipanti ai lavori della Conferenza diplomatica del 1863 in quanto, nella concezione eurocentrica allora dominante, le potenze europee non immaginarono che la scelta avrebbe portato a contestazioni o osservazioni di sorta. I problemi non tardarono però a presentarsi.
Nel 1876, quando i Balcani erano insanguinati dalla guerra russo-turca, numerosi soccorritori catturati dalle truppe ottomane venivano uccisi semplicemente perché indossavano un bracciale recante la croce rossa. Le autorità turche, illustrando la particolare sensibilità dei soldati mussulmani nei confronti della croce, adottarono unilateralmente la mezzaluna rossa su fondo bianco per contraddistinguere i propri servizi sanitari. Questa decisione fu accettata, ma solo per la durata del conflitto russo-turco; negli anni successivi furono avanzate numerose richieste per ottenere la revisione dell’art. 7 della Convenzione di Ginevra del 1864, supportate anche dalla Persia, che mirava ad ottenere il riconoscimento di un terzo simbolo protettivo: il leone e sole rossi su fondo bianco.
Alla Turchia si unì presto l’Egitto e tutte le numerose pressioni nel frattempo esercitate portarono al riconoscimento di questi ulteriori due emblemi da parte della Conferenza diplomatica convocata dalla Svizzera nel 1929 con lo scopo di revisionare il testo della Convenzione del 6 luglio 1906 per il miglioramento della sorte dei malati e dei feriti delle forze armate in campagna. Pur ribadendo il ruolo generale di unità svolto dall'emblema della croce rossa, venne autorizzato l’uso dei due nuovi emblemi, inserendoli nell'art. 19 della Convenzione di Ginevra del 27 luglio 1929. Nel contempo, però, la Conferenza diplomatica specificò che nessun nuovo simbolo sarebbe stato più riconosciuto. Ciò nonostante, si faceva sempre più strada il rischio di un ritorno alla proliferazione di simboli ed emblemi protettivi dei servizi sanitari.
La Conferenza diplomatica del 1949, riunitasi per revisionare la Convenzione di Ginevra in seguito agli eventi della Seconda Guerra Mondiale, prese in esame diverse proposte, tra le quali:
Nel 1876, quando i Balcani erano insanguinati dalla guerra russo-turca, numerosi soccorritori catturati dalle truppe ottomane venivano uccisi semplicemente perché indossavano un bracciale recante la croce rossa. Le autorità turche, illustrando la particolare sensibilità dei soldati mussulmani nei confronti della croce, adottarono unilateralmente la mezzaluna rossa su fondo bianco per contraddistinguere i propri servizi sanitari. Questa decisione fu accettata, ma solo per la durata del conflitto russo-turco; negli anni successivi furono avanzate numerose richieste per ottenere la revisione dell’art. 7 della Convenzione di Ginevra del 1864, supportate anche dalla Persia, che mirava ad ottenere il riconoscimento di un terzo simbolo protettivo: il leone e sole rossi su fondo bianco.
Alla Turchia si unì presto l’Egitto e tutte le numerose pressioni nel frattempo esercitate portarono al riconoscimento di questi ulteriori due emblemi da parte della Conferenza diplomatica convocata dalla Svizzera nel 1929 con lo scopo di revisionare il testo della Convenzione del 6 luglio 1906 per il miglioramento della sorte dei malati e dei feriti delle forze armate in campagna. Pur ribadendo il ruolo generale di unità svolto dall'emblema della croce rossa, venne autorizzato l’uso dei due nuovi emblemi, inserendoli nell'art. 19 della Convenzione di Ginevra del 27 luglio 1929. Nel contempo, però, la Conferenza diplomatica specificò che nessun nuovo simbolo sarebbe stato più riconosciuto. Ciò nonostante, si faceva sempre più strada il rischio di un ritorno alla proliferazione di simboli ed emblemi protettivi dei servizi sanitari.
La Conferenza diplomatica del 1949, riunitasi per revisionare la Convenzione di Ginevra in seguito agli eventi della Seconda Guerra Mondiale, prese in esame diverse proposte, tra le quali:
- una proposta dell’Olanda per adottare nuovamente un unico simbolo;
- la raccomandazione della 17° Conferenza Internazionale della Croce Rossa, tenutasi a Stoccolma nel 1948, per il ritorno al singolo emblema della croce rossa;
- una proposta di Israele per il riconoscimento di un nuovo simbolo, la stella di David rossa (Magen David Adom), già utilizzato come segno distintivo dai servizi sanitari delle forze armate israeliane.
Queste proposte portarono ad un innalzamento del livello e ad un allungamento del dibattito.
Le prime due non erano realizzabili, mentre la proposta di Israele venne accantonata in seguito a diverse successive votazioni. Il risultato fu che l’art. 38 della 1° Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949 rimase identico all’art. 19 della Convenzione del 1929: “in omaggio alla Svizzera, il segno araldico della croce rossa su fondo bianco, formato con l’inversione dei colori federali, è mantenuto come emblema e segno distintivo del servizio sanitario degli eserciti. Tuttavia, per i paesi che impiegano già come segno distintivo, in luogo della croce rossa, la mezzaluna rossa od il leone e sole rossi su fondo bianco, questi emblemi sono parimenti ammessi nel caso della presente Convenzione”.
Lo Stato di Israele, che firmò senza riserve la Convenzione del 1929, ratificò la nuova Convenzione di Ginevra assoggettandola alla seguente riserva: “rispettando l’inviolabilità dei segni distintivi e degli emblemi della Convenzione, Israele userà la Stella di David quale emblema e segno distintivo dei servizi sanitari delle proprie forze armate”.In una nota del 4 settembre 1980, la Repubblica islamica dell’Iran annunciò l’adozione dell’emblema della mezzaluna rossa su fondo bianco come segno distintivo dei servizi sanitari delle proprie forze armate, al posto del leone e sole rossi (simbolo della dinastia imperiale persiana). Oggigiorno, perciò, vengono riconosciuti internazionalmente tre simboli, la croce rossa, la mezzaluna rossa ed il leone e sole rossi, ma solo due - la croce e la mezzaluna - sono utilizzati.
Il fatto che non sia utilizzato un solo emblema ha causato gravi problemi, che si possono così riassumere:
Le prime due non erano realizzabili, mentre la proposta di Israele venne accantonata in seguito a diverse successive votazioni. Il risultato fu che l’art. 38 della 1° Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949 rimase identico all’art. 19 della Convenzione del 1929: “in omaggio alla Svizzera, il segno araldico della croce rossa su fondo bianco, formato con l’inversione dei colori federali, è mantenuto come emblema e segno distintivo del servizio sanitario degli eserciti. Tuttavia, per i paesi che impiegano già come segno distintivo, in luogo della croce rossa, la mezzaluna rossa od il leone e sole rossi su fondo bianco, questi emblemi sono parimenti ammessi nel caso della presente Convenzione”.
Lo Stato di Israele, che firmò senza riserve la Convenzione del 1929, ratificò la nuova Convenzione di Ginevra assoggettandola alla seguente riserva: “rispettando l’inviolabilità dei segni distintivi e degli emblemi della Convenzione, Israele userà la Stella di David quale emblema e segno distintivo dei servizi sanitari delle proprie forze armate”.In una nota del 4 settembre 1980, la Repubblica islamica dell’Iran annunciò l’adozione dell’emblema della mezzaluna rossa su fondo bianco come segno distintivo dei servizi sanitari delle proprie forze armate, al posto del leone e sole rossi (simbolo della dinastia imperiale persiana). Oggigiorno, perciò, vengono riconosciuti internazionalmente tre simboli, la croce rossa, la mezzaluna rossa ed il leone e sole rossi, ma solo due - la croce e la mezzaluna - sono utilizzati.
Il fatto che non sia utilizzato un solo emblema ha causato gravi problemi, che si possono così riassumere:
- il valore protettivo dell’emblema è diminuito;
- vi sono difficoltà a fare accettare uno dei due emblemi nelle regioni ove la popolazione appartiene a fedi religiose diverse e differenti; rimane il rischio che possano proliferare nuovi emblemi e simboli;
- vi è il rischio che il Movimento internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa sia identificato con le due maggiori religioni, quella Cattolica e quella Islamica.
Il simbolo della croce rossa è tra i pochi che hanno un riconoscimento e una specifica tutela da parte del diritto internazionale e lo è per la causa umanitaria, per il valore umanitario che incorpora. Proprio per questa sua valenza, se da un lato è un privilegio recare un simbolo come quello della croce rossa, diventa anche una responsabilità difenderne l’importanza, prestando molta attenzione quando lo si usa ed utilizzandolo nel modo appropriato già in tempo di pace, tentando così di prevenirne gli abusi in tempo di guerra. Come è possibile allora già in tempo di pace aumentare il prestigio di questo simbolo? Senz'altro facendo leva sull'associazione di idee che vengono fatte dal pubblico fra un simbolo, una scritta e le attività che essi identificano. Proprio come la firma è un marchio che identifica una singola persona, un marchio (come quello della croce rossa, ad esempio) è un segno distintivo di un’organizzazione che si fissa nella mente del pubblico e che può inoltre influenzare il modo in cui la popolazione vede tale organizzazione.
Attualmente, l’uso dell’emblema da parte delle Società Nazionali è governato dal Regolamento sull'uso dell’emblema della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa per le Società Nazionali, adottato nel corso della 20° Conferenza Internazionale della Croce Rossa di Vienna nel 1965 e revisionato dal Consiglio dei Delegati tenutosi a Budapest nel 1991.
Studi effettuati indicano che i simboli della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa sono tra i simboli più conosciuti al mondo. Sono strumenti di comunicazione unici e universali; senza aggiunta di parole, ma nella maniera più chiara possibile, comunicano alle persone che uomini e donne del Movimento sono lì, al lavoro, per aiutare. Persino coloro che non sanno né leggere né scrivere possono facilmente riconoscere i simboli e ricollegare ad essi la loro possibilità di trovarvi aiuto e protezione. Incrementare la visibilità attraverso un uso pronunciato e appropriato del simbolo di croce rossa rappresenta un passo avanti verso l’identificazione stessa della organizzazione e dei servizi della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa agli occhi del maggior numero di persone.
È necessario quindi che siano prima di tutto gli appartenenti alla Croce Rossa stessa a comprendere l’importanza e il significato dell’emblema e ad agire di conseguenza. “Importanza” soprattutto per la valenza attribuitagli dalle norme del diritto internazionale umanitario; “significato” per i principi fondamentali d’azione che incorpora. Agire recando un distintivo di croce rossa significa agire secondo i Principi Fondamentali, che dettano lo scopo dell’istituzione e la sua ragione d’essere; in linea generale la Società Nazionale non può perciò esibire l’assemblea della croce rossa nello svolgimento di attività che non soddisfino i Principi Fondamentali, quali, citando il Regolamento sull'uso dell’emblema, lavoro di natura patriottica, attività assistenziali solo per certe categorie di civili o solo per personale militare, insegnamento di sport o di economia domestica, attività per fini di lucro, etc. È chiaro che, oltre a seguire nelle proprie azioni i Principi Fondamentali, bisognerà, indossando l’emblema di croce rossa, anche mantenere un comportamento dignitoso nel rispetto del simbolo stesso e di ciò che rappresenta."
(Isidoro Palumbo)
Attualmente, l’uso dell’emblema da parte delle Società Nazionali è governato dal Regolamento sull'uso dell’emblema della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa per le Società Nazionali, adottato nel corso della 20° Conferenza Internazionale della Croce Rossa di Vienna nel 1965 e revisionato dal Consiglio dei Delegati tenutosi a Budapest nel 1991.
Studi effettuati indicano che i simboli della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa sono tra i simboli più conosciuti al mondo. Sono strumenti di comunicazione unici e universali; senza aggiunta di parole, ma nella maniera più chiara possibile, comunicano alle persone che uomini e donne del Movimento sono lì, al lavoro, per aiutare. Persino coloro che non sanno né leggere né scrivere possono facilmente riconoscere i simboli e ricollegare ad essi la loro possibilità di trovarvi aiuto e protezione. Incrementare la visibilità attraverso un uso pronunciato e appropriato del simbolo di croce rossa rappresenta un passo avanti verso l’identificazione stessa della organizzazione e dei servizi della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa agli occhi del maggior numero di persone.
È necessario quindi che siano prima di tutto gli appartenenti alla Croce Rossa stessa a comprendere l’importanza e il significato dell’emblema e ad agire di conseguenza. “Importanza” soprattutto per la valenza attribuitagli dalle norme del diritto internazionale umanitario; “significato” per i principi fondamentali d’azione che incorpora. Agire recando un distintivo di croce rossa significa agire secondo i Principi Fondamentali, che dettano lo scopo dell’istituzione e la sua ragione d’essere; in linea generale la Società Nazionale non può perciò esibire l’assemblea della croce rossa nello svolgimento di attività che non soddisfino i Principi Fondamentali, quali, citando il Regolamento sull'uso dell’emblema, lavoro di natura patriottica, attività assistenziali solo per certe categorie di civili o solo per personale militare, insegnamento di sport o di economia domestica, attività per fini di lucro, etc. È chiaro che, oltre a seguire nelle proprie azioni i Principi Fondamentali, bisognerà, indossando l’emblema di croce rossa, anche mantenere un comportamento dignitoso nel rispetto del simbolo stesso e di ciò che rappresenta."
(Isidoro Palumbo)
Per rispondere al rifiuto, da parte di alcune nazioni, di accettare come emblemi la Croce Rossa o la Mezzaluna Rossa, è stato proposto di creare un nuovo emblema che sia accettabile da tutte le nazioni indipendentemente dalla loro cultura o religione. Il movimento della Croce Rossa ha quindi sviluppato un nuovo simbolo, il cristallo rosso, all'interno del quale potranno essere inseriti i simboli locali o anche nessun simbolo. Il cristallo rosso è il simbolo ufficiale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale dall'8 dicembre 2005, approvato con 98 voti favorevoli, 27 contrari e 9 astensioni. Anche Israele, nel giugno 2006, ha successivamente adottato il cristallo rosso, rinunciando all'uso della Stella di David, conservandolo però per usi interni e utilizzando il nuovo simbolo nelle missioni all'estero.