Lunedì, 30 Marzo 2020 14:15

Volontari e università: una laurea online e la divisa addosso

Scritto da Nicolò Bertolini

Giulia Calderini, Angelica Friggeri e Anastasio Moothen sono tre volontari della Croce Rossa di Parma, tre neolaureati, tre ragazzi in prima linea in questo momento difficile che l’Italia sta vivendo. Non una corona di alloro, per il completamento del loro percorso di studi, ma sempre di Corona si parla: il virus. Una mascherina e la divisa indossati a poche ore dal conseguimento del loro successo nel campo di studi. Lodevole è il loro percorso: in questi anni di studio hanno sempre sacrificato un po’ del loro tempo in prima linea vestiti di rosso. Un volontariato che ha segnato le loro vite facendo nascere delle forti amicizie nella sede di via Riva o addirittura (è il caso di Anastasio) influenzando il loro percorso di studi.

“Sì, la mia tesi di laurea era sui processi NBCAnastasio MoothenR (nucleare, biologico, chimico e radiologico): un percorso di esperienze all’interno della Croce Rossa che mi sono portato anche in università!” Anastasio si introduce così, la sua carriera in CRI è stata lunga e proseguirà con ancora più verve. Laureato in Infermieristica al mattino, e il pomeriggio stesso della sua proclamazione in turno con l’Infermiere. Erano quindi due gli infermieri su quella ambulanza; uno della Centrale Operativa 118 Emilia Ovest ed un neolaureato, che non potendo festeggiare l’evento si è spinto nel fare ciò per cui ha studiato. Fin da subito. Anastasio parla della sua laurea e della sua esperienza contro il Covid-19: “Infermieristica è stata una scelta molto attenta, il tutto scoperto e apprezzato in Croce Rossa” un percorso di studi influenzato anche da alcuni campi di Croce Rossa che ha battuto: uno in particolare sulla prevenzione gli ha aperto gli occhi e fatto capire che l’ambiente sanitario era una sua prospettiva. “Eppure in università non ci hanno mai parlato di pandemia, solo qualche cenno ad igiene (materia del percorso di studi) ma non ci saremmo mai potuti aspettare una simile situazione proprio a ridosso nella nostra laurea”. E poi aggiunge: “Come infermiere sono già disponibile a scendere in campo, anzi il dovere mi sta proprio chiamando a gran voce, infatti dopo solo due giorni dalla laurea, ho iniziato a svolgere turni come infermiere sulle ambulanze della provincia. Noi abbiamo un ruolo complesso, esattamente come i colleghi dei reparti Covid. Andiamo a casa delle persone, ci relazioniamo con i loro parenti.
Purtroppo non sanno se quello sarà l'ultimo giorno in cui potranno parlarsi e spesso dobbiamo essere trasparenti con i famigliari. Possiamo però garantire che non soffrirà, che verrà accudito nel migliore dei modi dagli altri colleghi che rischiano molto di più la loro salute stando in quella struttura". Il suo ruolo come volontario non è chiaramente terminato con il conseguimento della laurea, "rimango comunque un fedele volontario della Croce Rossa di Parma aiutando dove possibile, oltre ad emergenze e ad ambulanze speciali, il mio impegno si mostra anche in Protezione Civile e (quando ve ne sarà bisogno) nella formazione". Anastasio ha dimostrato che il suo impegno in CRI e il percorso di studi sono conciliabili anche in un momento così difficile ed il suo esempio (ma anche il suo carattere molto forte) dimostrano che l’associazione di via Riva può essere un modo anche di scendere in campo per costruirsi un futuro.


giuliaGiulia, invece, è una neolaureata in ingegneria informatica. Anche lei laureata online. “La laurea, si sa, è il raggiungimento di un traguardo sognato da anni, è un passo importante che premia e conclude un lungo periodo di impegno e costanza. Il giorno della laurea è pura gioia, una grande festa con parenti e amici, tempo trascorso insieme a mangiare, brindare e scattare milioni di fotografie. O almeno, così lo avevo sempre immaginato. Ma venerdì 13 marzo 2020 è stato un po’ diverso. Nonostante fossimo in un periodo difficile, le cose per la laurea erano già pronte da alcune settimane: la tesi finita, i documenti consegnati e il discorso pronto. Non posso dire che la pandemia abbia inciso particolarmente sulla preparazione. L’esposizione e la proclamazione sono stati fatti online, con una call riservata a laureandi e commissione. Una cosa molto intima: seduta alla scrivania della mia camera, solo il mio computer ed io. È stato strano, da una parte sicuramente meno colmo di ansia data l’assenza di un pubblico, dall’altra però anche meno reale. È finito tutto molto velocemente, ma attendiamo il momento in cui tutto questo sarà finito, per poter festeggiare per davvero”. La laurea online è stata quindi difficile ma le soddisfazioni non vengono meno: “La soddisfazione c’è, tanta, ma ancora di più la gioia di essere riuscita a concludere un percorso nonostante un’emergenza di tali dimensioni. Cosa mi porto a casa? La pazienza, l’attesa, la fiducia: verso un futuro incerto e misterioso, ma che prima o poi sicuramente arriverà e ci sorprenderà. “Senza fretta, ma senza tregua” (Tolstoj).” Il suo impegno in CRI non è mancato nemmeno a ridosso dell'esposizione della tesi: “Le due settimane prima della laurea erano le prime settimane di epidemia, quando tutto era ancora agli inizi, la quantità di servizi limitata e il numero di mezzi necessari uguale al solito. Nonostante la vicinanza della data prevista, non sono mancati i turni in CRI, ma ancora l’emergenza non era scoppiata.” E conclude: “L’aspetto che più mi ha colpita e impressionata di questa esperienza è stato come il mondo intero si sia trovato del tutto impreparato a gestire una tale emergenza.”

angelicaA chiudere questa serie di testimonianze è Angelica. Molto amica di Giulia si è laureata assieme a lei in ingegneria informatica. Angelica è anche stata capo-squadra del lunedì e una presenza molto costante in CRI. Anche il suo impegno non è venuto meno in questo momento. “La mia laurea è iniziata con parecchia ansia perché le tempistiche erano strette e per la situazione in corso: ma ce l’ho fatta. Le difficoltà sono state tante ma anche se online mi sono laureata. Tutti i miei parenti e amici avevano accesso al mio account per vederla e vi erano tanti account collegati che mi osservavano.” Angelica definisce la sua laurea un po’ strana. “Finita la laurea, i miei parenti e amici mi sono stati vicini dall’inizio alla fine ed è stato un piacere poter condividere questo momento con loro”. Poi sottolinea: “Il lavoro è stato molto molto impegnativo, ma festeggiare la fine di questo percorso è un gran successo. La sorpresa più grande è stata mia mamma che, nonostante fosse tutto chiuso, è riuscita a farmi la corona di alloro. E così è stato: laurea magistrale in ingegneria informatica. Una grande soddisfazione. Le persone che volevano starmi vicino lo sono state nonostante le distanze”. Poi parla della Croce Rossa: “Il percorso è iniziato proprio in Università ed è stato possibile portarlo avanti nonostante la mole di studi. Io e Giulia il lunedì notte non manchiamo mai. Abbiamo sempre fatto in modo che l’impegno non venisse meno. Mai lasciato indietro la squadra. L’impegno in Croce Rossa è compatibilissimo con il percorso universitario, se ci si organizza a dovere”. Intorno al periodo di laurea non le è stato possibile fare turno, ma laureatasi, ha ripreso a pieno regime. “Quasi quotidianamente mi reco in Croce Rossa, ma anche in Croce Azzurra a Traversetolo, e cerco di dare il massimo in entrambe le associazioni perché in questo periodo vi è parecchio bisogno”. Poi parla dell’epidemia: “Mi colpiscono le rinunce, chi rinuncia a stare in casa sbaglia. In questo periodo vi è particolare bisogno di empatia verso tutti. L’empatia diventa la parola chiave. Non è poi facile distaccarsi dalla nostra famiglia e c’è bisogno di noi. In questo periodo c’è bisogno di dare il massimo in Croce Rossa e io mi impegno a dare il massimo. La situazione è molto molto brutta e ti fa stare male anche a livello emotivo”. Poi conclude: “Anche noi abbiamo bisogno di un po’ di conforto e, finiti i servizi, c’è bisogno di andare avanti. Non è facile. La routine ti tocca a livello emotivo. Ciò che mi ha colpito è stato fare volontariato il giorno dopo la mia laurea. Il volontariato si dimostra un aiuto a doppio senso: aiutiamo gli altri ma gli altri aiutano noi. Sento il bisogno di aiutare, di dare e di mettermi in gioco. Se non dai, ti senti inutile.”

I tre volontari salutano tutti con un appello: “Se potete fate volontariato, date una mano. Impegnatevi, metteteci del vostro nel dare un contributo in questa brutta situazione. L’università ci ha dato tanto ma anche la Croce Rossa ci ha cresciuto”.


Tre volontari. Tre neolaureati. Tre giovani. Che in questa occasione ci hanno dato una lezione: non si deve mai mollare, non ci si deve mai arrendere. E anche le situazioni più impegnative si possono affrontare.

cri

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