Mercoledì, 08 Maggio 2019 13:52

Souvenir da Parma: capitolo 4 - L'aeroporto

Scritto da Nicolò Bertolini

CRI Parma non solo resta con i piedi a terra, ma ogni tanto vola!

Henry dobbiamo accompagnare una persona in aeroporto, vuoi venire con noi?” gli chiese gentilmente il volontario che gli stava illustrando tutta la sede. “Sì, vengo molto volentieri”. Così lui, il volontario e un ragazzo giovanissimo con una borsa piena di libri e un computer portatile salirono su un’auto di quelle con le sirene e i lampeggianti. Ovviamente l’autista non le accese ma viaggiò tranquillo diretto a pochi chilometri da via Riva 2.
L’aeroporto è un posto strano. Silenzioso. Pulito. Enorme.
Ogni tanto un boato segna la partenza di un jet: piccolo o grande non importa, fanno tutti lo stesso rumore.
"La Croce Rossa è importante anche in aeroporto." gli disse il suo compagno di viaggio. "In tanti sono i disabili che vogliono essere trasferiti nella
loro città su un volo di linea e noi li aiutano in tutti i modi possibili, li assistiamo affinchè il loro passaggio sia il più semplice e naturale possibile".
Il suo mentore continuò ad illustrargli l'importante compito che Croce Rossa svolgeva in quel luogo così particolare, ed Henry capì che, come molto spesso accade, dietro un'apparenza di normalità e tranquillità, c'era molto molto di più. Non solo quelle che erano state definite "assistenze": operai che si feriscono, turisti con problemi di salute e perfino i poliziotti ogni tanto hanno anche la tosse. Ma tutti vogliono bene alla CRI. Tutti. Il ragazzo con tutte le borse si diresse verso un locale in un angolo della sala d’attesa dell’aeroporto. Henry e i due volontari entrarono in un piccolo ambulatorio. Ma anche se era una stanza di pochi metri c’era tutto. Tutto. Barella, spinale, zaino, bombola di ossigeno e defibrillatore e un grosso armadio pieno di presidi sanitari. Il ragazzo poggiò tutti i suoi libri e il computer sulla scrivania e poi si "stravaccò" sulla sedia.
“Volete un caffè? Qui abbiamo anche la macchinetta”
“Ma non ti annoi tutto il giorno qui dentro?” chiese Henry come se reputasse quel servizio meno utile di quello che aveva visto fino a quel momento.
“Ma proprio no” rispose il ragazzo con un grosso sorriso “Qui c’è sempre qualcosa da fare. O studio, o scrivo o mi diverto” e gli scoppiò una risata.
“E come fai a divertirti?”
“Guarda l’aeroporto è un labirinto di cose divertenti. Ho avuto qui le esperienze più belle della mia vita?”
“Qui?”
“Sì qui. Oltre che ad avere aiutato migliaia di persone bisognose a salire sul Boeing 737 di linea per Londra o altre città italiane per tornare a casa. Ho fatto di tutto. Le mie esperienze più belle sono le storie legate ad un pilota di un jet privato che un pomeriggio che ero in turno qui stette male. Gli misurai la pressione e lo tranquillizzai e poco prima del suo decollo stette molto meglio. Gli raccontai anche delle barzellette e rise molto. Da quel giorno ogni volta che atterra mi fa visitare l’aeroplano, anche nella cabina di controllo in cui mi faccio numerosi selfie. E anche se visitare aerei è un'esperienza meravigliosa non è stata la migliore che ho fatto qui. La più bella esperienza è stata una notte, ero qui a guardare la televisione annoiato e mi contattò la torre di controllo. Un aereo con un chirurgo stava per atterrare per andare in ospedale ad effettuare un espianto di cuore. Lo accompagnai io con un mezzo Cri. E lui mi fece assistere a tutta l’operazione chirurgica per poi essere riaccompagnato in aeroporto con un cuore diretto a Siena. Fu un'esperienza unica nella mia vita. E poi ci sono tutte le giornate che ho passato qui a studiare ma non solo. Il personale è gentilissimo e quando non ci sono né voli, né urgenze passo il pomeriggio a chiacchierare con loro. Un'addetta alla sicurezza al metal detector, un pomeriggio che non aveva molto da fare, mi ha interrogato su un esame universitario che stavo preparando e se l’ho passato è anche merito suo… e poi ci sono i falchi addetti alla sicurezza."
"Falchi?" lo interruppe Henry.
"Sì falchi, non è una leggenda, ci sono davvero e sono fondamentali per la sicurezza del posto. Tutti siamo capaci di farci un selfie con un gattino o un cagnolino. Ma fatevelo con un uccello nobile come il falco…" concluse particolarmente serio, ma con una risata nascosta dietro lo sguardo attento.
Henry rimase stupito. Non pensava che la Croce Rossa fosse una esperienza non solo di emergenza, ma anche di momenti di vita personali, seppur in divisa, molto divertenti. E che ti portano a scoprire aspetti della tua città che semplicemente diamo per scontati, ma che se mancassero... Si mise in silenzio a riflettere su quelle notizie. Il volontario aprì un libro ed iniziò a leggere. Il discorso era chiaramente finito. Ma Henry capì come la sicurezza di turisti, disabili e decine di operatori in quell'aeroporto fosse garantita anche dalla costante presenza della CRI. Non solo in un ambulatorio, ma anche in pista con un mezzo speciale pronto ad intervenire in uno di quegli incidenti che tutti sperano non accada mai.
Henry e quello che ora considerava un amico ripresero la strada verso la sede in via Riva 2.

E adesso cosa lo aspetterà?

cri

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